Un buon trattamento può aiutare: Malattie veneree & infettive in gravidanza

Malattie veneree & infettive in gravidanza

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Malattie acute in gravidanza

  • Alcune malattie che di solito sono innocue comportano in gravidanza però un rischio maggiore per la madre e per il nascituro.
  • La maggior parte delle malattie infettive può essere curata efficacemente durante la gravidanza. Il trattamento può alleviare i sintomi e ridurre il rischio di infezione per il nascituro.
  • È comprensibile che le malattie sessualmente trasmissibili (MST), chiamate anche malattie veneree, siano per molte persone un argomento tabù. Tuttavia, durante la gravidanza è particolarmente importante rivolgersi ad un medico in caso di domande o sintomi specifici.

A cosa fare attenzione in gravidanza nel caso si abbia una malattia infettiva?

Durante la gravidanza il sistema immunitario si altera da un lato protegge la madre e il nascituro, ma dall'altro può renderli più vulnerabili ad alcune malattie. Siccome alcune malattie infettive possono rappresentare un rischio per il nascituro, è consigliabile consultare al più presto un ginecologo o un venereologo per chiarire eventuali anomalie.
Alcuni screening per la ricerca di agenti patogeni tipici, come il virus della rosolia, sono inclusi nei controlli della gravidanza, anche in assenza di sintomi specifici. Gli screening per altre malattie, invece, sono coperti dalla ASL solo se c'è un sospetto concreto.
Se lo desideri, puoi anche fare un test privatamente, quindi pagandolo tu. Il costo può variare a seconda del test, ma di solito è inferiore a 30 euro. Alcune cliniche o ambulatori MST offrono test e trattamenti gratuiti per le malattie sessualmente trasmissibili.
Se sei già risultata positive a un determinato agente patogeno, ai sintomi fisici si aggiungono spesso le preoccupazioni. Molte donne si chiedono: se sono incinta l'infezione può essere trasmessa al mio bambino? Nel caso di malattie sessualmente trasmissibili, forse sorge anche la domanda: dove mi sono infettata?
Alcuni sintomi possono turbarti perché non riesci a classificarli con precisione e ti chiedi: sono incinta o i sintomi sono indice di una malattia/infezione?
Per saperne di più, leggi questo articolo: Sintomi di una gravidanza

In generale è importante consultare un medico. Il medico è la prima persona a cui rivolgersi in caso di malattia o problemi fisici. Egli ti può, inoltre, fare una visita e valutare se si tratti di una malattia che necessita di un trattamento.

ℹ️ Alcune malattie sono sgradevoli ma guariscono di solito da sole. Altre invece hanno bisogno di cure o di essere monitorate attentamente, soprattutto durante la gravidanza poiché potrebbe esserci un aumento del rischio per la madre e/o il nascituro.
Di seguito abbiamo riassunto le informazioni più importanti di alcune malattie infettive più comuni fornendo le cose più importanti da tenere in considerazione in gravidanza.

Candida

Sintomi di un’infezione di candida

Le infezioni di Candida albicans sono molto frequenti e causate da lieviti che si trovano naturalmente sulla pelle. Il sistema immunitario fa in modo che non si moltiplichino eccessivamente. I cambiamenti ormonali, come durante la gravidanza, possono causare un cambiamento dell'ambiente cutaneo e la moltiplicazione del lievito in questione.
Un'infezione vaginale da lievito, chiamata candidosi vulvovaginale o micosi, può manifestarsi con prurito vulvare, bruciore, perdite biancastre e e con una consistenza „simil a ricotta“, infiammazione della zona genitale e dolore durante i rapporti sessuali e la minzione. Un'infezione vaginale da lievito può essere trattata in modo rapido e semplice, tanto che i sintomi di solito scompaiono dopo poco tempo.

Candida in gravidanza: rischio di infezione per il bambino?

Durante la gravidanza, i livelli di estrogeni nel corpo della donna sono particolarmente elevati. Questi cambiamenti ormonali possono influenzare il sistema immunitario e modificare la flora vaginale. Le infezioni fungine possono quindi verificarsi con maggiore frequenza. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, non si manifestano sintomi gravi e un'infezione vaginale da lievito è normalmente innocua per il nascituro.
Tuttavia, il rischio di contrazioni premature, aborto spontaneo e parto prematuro è in genere leggermente elevato in caso di infezioni vaginali.
Se il neonato viene infettato durante il parto, si può verificare un'infezione fungina nella bocca e nella gola (nota come mughetto orale) o un'eruzione cutanea da pannolino. Tuttavia, entrambe possono essere trattate e curate bene.
Un'infezione fungina può essere pericolosa per i bambini prematuri con un peso alla nascita inferiore a 1500 grammi. Poiché il loro sistema immunitario non è ancora completamente sviluppato, aumenta il rischio della cosiddetta "sepsi da candida", in cui diversi organi possono essere infettati da questo lievito, questo richiede un trattamento immediato in clinica.

Trattamento della micosi vaginale

Quando si tratta di micosi vaginale, è necessario valutare con il medico se un farmaco è necessario e adatto anche durante la gravidanza. Gli antimicotici assunti per via orale non sono generalmente consigliati in gravidanza.

Spesso è sufficiente un breve ciclo di trattamento con ovuli applicati a livello vaginale o creme per uso esterno.
Nel caso in cui una donna sia spesso soggetta a candida vaginale, può adottare misure preventive: indossare biancheria intima di cotone traspirante, evitare saponi o creme profumate, che possono irritare ulteriormente la pelle.

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Citomegalovirus (CMV)

Che cos'è il citomegalovirus?

La citomegalia è un virus che appartiene alla famiglia degli Herpes virus. Può essere trasmesso attraverso fluidi corporei come saliva, sperma, urina, sangue e latte materno. Nella maggior parte dei casi, l'infezione è asintomatica. Nel caso appaiano sintomi questi sono simili a quelli di una lieve influenza (stanchezza, febbre, tosse), motivo per cui spesso il virus non viene riconosciuto. Come tutti gli herpes virus, il virus rimane nell'organismo per tutta la vita e può quindi ripresentarsi più volte.

Citomegalovirus (CMV) in gravidanza: rischio di infezione e conseguenze per il bambino?

Una prima infezione in una donna incinta è rara, ma può comportare un certo rischio per il bambino. È possibile anche una reinfezione, motivo per cui il citomegalovirus, ad esempio, può essere contratto anche nella seconda, terza o successiva gravidanza. È importante evitare il più possibile una prima infezione durante la gravidanza.
Se una donna si ammala per la prima volta con il citomegalovirus in gravidanza (infezione primaria) esiste il rischio di trasmissione del virus al bambino.
Un'infezione durante il primo trimestre di gravidanza è pericolosa per il nascituro. Se il virus viene trasmesso al bambino in questo periodo, aumenta il rischio di danni agli organi o di disturbi dello sviluppo. Poiché in seguito possono insorgere problemi all'udito e alla vista, i bambini a cui è stata diagnosticata un'infezione vengono monitorati con controlli regolari. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, l'infezione non ha conseguenze per i nascituri. I bambini nascono completamente sani.

Trattamento della citomegalovirus

Il CMV può essere rilevato con un analisi del sangue. Questo non è incluso negli screening in gravidanza, per cui le donne in gravidanza senza sintomi devono pagarlo da sole. Il costo è compreso tra 17 e 20 euro.
Non esiste un trattamento generalizzato per il citomegalovirus. La prevenzione è quindi particolarmente consigliata alle donne in gravidanza, ad esempio lavandosi spesso le mani.
Poiché il virus può essere trasmesso al bambino anche durante l'allattamento, in caso di infezione di CMV si può interrompere l'allattamento al seno o per precauzione bollire il latte materno.

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Clamidia

Cosa sono le Clamide?

La Chlamydia trachomatis è un batterio che può infettare le membrane mucose degli occhi, delle vie respiratorie e dell'area genitale. L'infezione da clamidia è una delle più comuni malattie a trasmissione sessuale.
Se l'infezione si manifesta, possono comparire sintomi come dolore alla minzione, perdite giallastre, prurito vaginale e altri disturbi addominali (spesso non chiari). Nel peggiore dei casi, un'infezione da clamidia può portare all'infertilità della donna se causa infiammazioni e aderenze nelle tube di Falloppio. Pertanto, non appena ci si accorge di un'infezione da clamidia, è necessario curarla con un trattamento.
In molti casi, tuttavia, l'infezione passa inosservata perché si manifesta asintomatica. Esiste anche la possibilità che guarisca da sola.

Infezione da clamidia in gravidanza: rischio di infezione per il nascituro?

Il test per la clamidia non è uno degli screening previsti in gravidanza dalle linee guida per tutte le donne nelle prime settimane di gravidanza, ma solo per quelle a rischio e solo allora coperto dall'assicurazione sanitaria.
Se un'infezione nella madre non viene curata, può portare all'infiammazione delle ovaie e delle tube di Falloppio. C'è anche un aumento del rischio di aborto spontaneo o di rottura prematura del sacco amniotico.
Il nascituro può contrarre l'infezione durante il parto se l'infezione non viene trattata, circa il 60-70% dei bambini si infetta attraverso il parto.
Un'infezione da clamidia può provocare nei neonati congiuntivite, otite media o polmonite; pertanto, per evitare un'infezione durante il parto, la donna incinta deve essere soggetta a trattamento il prima possibile.

Trattamento di un'infezione di clamidia

L’infezione di clamidia dovrebbe essere trattata al più presto con antibiotici. Quale antibiotico può essere somministrato in gravidanza deve deciderlo il medico. L’importante è che venga trattato anche il compagno, indipendentemente che abbia sintomi o no, per impedire una nuova infezione reciproca.

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Condilomi acuminati o verruche genitali

Cosa sono le verruche genitali?

Le verruche genitali sono una malattia a trasmissione sessuale. Sono chiamate anche come condilomi o verruche genitali, poiché si manifestano principalmente sugli organi genitali esterni.
Le verruche sono causate dai papilloma virus umani (HPV), che penetrano nella pelle e modificano le cellule cutanee, dando origine a escrescenze cutanee benigne - verruche sono generalmente innocue.

Le verruche genitali sono sgradevoli e possono dare prurito, ma di solito non sono dolorose.

L'infezione da virus HP passa inosservata nella maggior parte delle persone, poiché i virus possono essere combattuti dal sistema immunitario. Molte persone non sviluppano verruche riconoscibili, ma possono comunque essere contagiose. In altri casi, le tipiche alterazioni cutanee compaiono prima o poi.

Alcuni tipi di HPV (in particolare l'HPV 16 e 18) possono causare alterazioni cellulari che portano al cancro - il cancro del collo dell'utero nelle donne. Se riconosciute in tempo, le alterazioni cellulari possono di solito essere trattate bene.

Verruche genitali in gravidanza - rischio di infezione per un nascituro?

Secondo le attuali conoscenze, le verruche genitali in gravidanza non sono pericolose per il nascituro. La trasmissione dell'HPV al nascituro durante il parto è teoricamente possibile, ma è molto raro. Nel caso in cui nella zona genitale comparisse un numero elevato di verruche, potrebbe essere necessario un trattamento. In accordo con il medico, sarà meglio scegliere il momento del trattamento verso la fine della gravidanza, ma non direttamente prima del parto, in modo che la pelle possa guarire bene.

Trattamento delle verruche genitali

Le verruche genitali possono essere trattate con creme su prescrizione medica o rimosse con un piccolo intervento chirurgico (incisione, cauterizzazione o applicazione di ghiaccio-crioterapia). Entrambi gli interventi sono generalmente possibili anche durante la gravidanza.
Senza trattamento, le verruche di solito rimangono, anche se in alcuni casi possono guarire spontaneamente.

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Gonorrea

Cos’è?

La Gonorrea è una malattia causata da un batterio, Neisseria gonorrhoeae. Questa infezione sessualmente trasmessa (IST) si manifesta in un gran numero delle donne per lo più asintomatica o porta sintomi come bruciore e difficoltà a urinare, secrezioni giallo-verdastre con prurito e dolori durante i rapporti sessuali.

Gonorrea in gravidanza - Rischio di trasmissione per il nascituro?

In gravidanza la gonorrea può aumentare il rischio di aborto spontaneo se contratta all’inizio della gravidanza. Mentre contratta più avanti potrebbe provocare un parto prematuro. Nel caso in cui il neonato contragga un’infezione durante il parto potrebbe sviluppare una congiuntivite più o meno grave e un’infiammazione alle articolazioni. È quindi consigliabile effettuare un tampone cervicale o esame dell’urina nel caso in cui si abbia un dubbio di aver potuto contrarre questa malattia il prima possibile.

Trattamento

La gonorrea in quanto infezione batterica può essere trattata in modo efficace con antibiotici specifici prescritti dal medico.

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Herpes genitale

Cos’è?

L’Herpes genitale è un’infezione virale, causata da Herpes simplex tipo 1 (HSV-1) e l'Herpes simplex tipo 2 (l’HSV-2).
Entrambi i ceppi virali vengono trasmessi la maggior parte delle volte attraverso l’herpes labiale. Con il tipo 1 la maggior parte delle persone si infettano già da bambino.
Mentre il responsabile dell’herpes genitale è soprattutto il tipo 2. Questo tipo di herpes viene trasmesso prevalentemente tramite rapporti sessuali e fa dunque parte delle malattie sessualmente trasmissibili.
In molti casi non manifestano sintomi. Se però il sistema immunitario è indebolito può uscire dal „letargo“ e manifestarsi l’herpes con lesioni tipo bolle o vescicole ulcerose che provocano prurito e dolore. Ulteriori sintomi possono essere: perdite, febbre, mal di testa, dolori ai muscoli e linfonodi ingrossati nella zona inguinale.
I virus dell’herpes rimangono dopo l’infezione nell’organismo per tutta la vita, questo può provocare nuovamente focolai - Di solito però diventano sempre meno frequenti e deboli dato che il sistema immunitario combatte i virus.

Herpes genitale in gravidanza - Rischio di trasmissione per il nascituro?

In gravidanza si distingue tra infezione primaria e riattivazione dell’infezione da herpes virus.
Mentre un infezione primaria può essere trasmessa al neonato con più probabilità, la riattivazione di un infezione da herpes virus è molto più raro che trasmetta l’infezione da herpes virus al nascituro durante la gravidanza.
Un’infezione tipo 2 è più pericolosa per il nascituro di una infezione tipo 1.
Poiché non tutte le infezioni da herpes genitale si manifestano con sintomi evidenti, è consigliabile far controllare da un medico qualsiasi anomalia della pelle dell'area genitale durante la gravidanza.
Il parto cesareo viene consigliato normalmente solo se una donna ha un'epidemia di herpes poco prima del parto, perché in tal caso c'è il rischio che il nascituro si infetti durante il parto vaginale.
Nei neonati, l'infezione si manifesta di solito anche con un'eruzione cutanea con bolle o vescicole. Nel peggiore dei casi, l'infezione in un neonato può essere pericolosa per la vita del neonato, in quanto può portare a crisi convulsive, meningite e arresto respiratorio. Per questo motivo, nel caso si sospetti un'infezione subito dopo la nascita, il neonato viene trattato con farmaci antivirali.
Nel caso in cui la madre sia affetta da un'infezione da herpes, l'allattamento al seno non rappresenta di norma un problema, ma è necessario prestare attenzione in caso di vescicole ulcerose labiali, per evitare che il neonato si infetti attraverso il contatto.

Trattamento di infezione da herpes

Il test per l'herpes non fa parte dei normali screening prenatali. Tuttavia, se una donna incinta presenta dei sintomi, il test è coperto dalla sua assicurazione sanitaria. Alcune cliniche e centri sanitari offrono gratuitamente un test per l'herpes genitale come parte di un test per le malattie sessualmente trasmissibili, anche in assenza di sintomi.
Per diagnosticare l'herpes genitale, il medico di solito preleva un tampone. Questo permette di determinare il tipo esatto di virus. Anche un esame del sangue può fornire informazioni sugli anticorpi.
Il trattamento dipende dal tipo di virus che la donna ha contratto e dallo stadio della gravidanza in cui si trova.
Una prima infezione da herpes genitale viene solitamente trattata con farmaci inibitori del virus. Questo allevia i sintomi e riduce il rischio di trasmissione al bambino al momento della nascita. Poiché esistono diverse raccomandazioni terapeutiche a seconda della situazione e non tutti i farmaci sono adatti alle donne in gravidanza, è importante una buona consulenza medica. Come per tutte le malattie a trasmissione sessuale, è consigliabile coinvolgere il partner nel trattamento.
Soprattutto nell'ultimo trimestre di gravidanza, si dovrebbe cercare di evitare una prima infezione da herpes virus. Alle donne che sono a conoscenza di una precedente infezione da herpes e che desiderano avere figli si consiglia inoltre di rafforzare le proprie difese: in questo modo si può prevenire una nuova insorgenza durante la gravidanza.

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Rosolia

Cos’è la Rosolia?

La Rosolia è una malattia virale che si trasmette per via aerea da goccioline respiratorie. La Rosolie è infettiva ancora prima che si manifestino i primi sintomi. I sintomi tipici sono febbre con eruzione cutanea a chiazze rosse e linfonodi ingrossati.
Non sempre si manifestano i sintomi tipici della malattia: la malattia può quindi passare del tutto inosservata. La maggior parte delle persone ha già avuto la rosolia da bambino o è stata vaccinata ed è quindi immune.

Rosolia in gravidanza: rischio di infezione per il bambino?

Nel raro caso in cui durante la gravidanza si verifica una prima infezione, questa può essere trasmessa al bambino. Esiste anche un aumento del rischio di parto prematuro o aborto spontaneo. Uno dei primi screening in gravidanza consiste proprio nel verificare l'immunità ai virus della rosolia, ad esempio attraverso un esame del sangue.
Molte donne sono già immuni a causa di una precedente infezione o vaccinazione. La vaccinazione durante la gravidanza non è più possibile perché può danneggiare il nascituro.

Una prima infezione da rosolia è particolarmente rischiosa nelle prime settimane di gravidanza, poiché può essere trasmessa al nascituro attraverso la placenta. Quanto più precoce è l'infezione del nascituro, tanto maggiore è il rischio di aborto spontaneo o di parto prematuro. In questa fase lo sviluppo degli organi non è ancora completo, quindi esiste il rischio di danni a organi come il cuore, gli occhi e le orecchie del nascituro. Dopo l'11a settimana di gravidanza, tuttavia, la probabilità di trasmissione diminuisce notevolmente e a partire dalla 20a settimana di gravidanza non si registrano quasi più danni al bambino.
Tuttavia, anche se una donna viene infettata nelle prime settimane di gravidanza, non tutte le infezioni da rosolia provocano necessariamente danni all'embrione.
L'esperienza insegna che i bambini possono nascere completamente sani nonostante l'infezione da rosolia. Alcune donne non notano nemmeno l'infezione. Se si viene a conoscenza di un'infezione da rosolia nelle prime settimane di gravidanza, si può essere monitorati ancora più attentamente durante la gravidanza e valutare con il medico le opzioni terapeutiche più adatte.

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Sifilide

Cos’è?

La sifilide è una malattia causata dal batterio Treponema pallidum e fa parte delle IST (infezioni sessualmente trasmesse). Può venire trasmessa anche con il sangue, ma di solito la trasmissione avviene dal contatto diretto con le lesioni i appunto con le mucose.
La malattia viene divisa in tre fasi. Nella fase primaria possono comparire lesioni anche indolori la maggior parte delle volte nella zona genitale, che guariscono anche da sole.
Nella fase secondaria appaiono screpolature sulle palme delle mani e dei piedi e macchie simili a quelle del morbillo. La fase terziaria invece è rarissima, dato che ci si accorge in tempo.

Sifilide in gravidanza: rischio di infezione per il bambino?

Durante il primo semestre vengono offerti vari test di screening nella gravidanza fisiologica tra cui gli esami ematologici, tramite i quali è possibile determinare in tempo una possibile malattia. Siccome è una malattia trasmissibile al bambino per via placentare, l’importante è effettuare una diagnosi precoce. In caso di dubbio non esitare a consultare il ginecologo il prima possibile.

Trattamento della Sifilide


In caso di malattia il trattamento è semplice. Alla madre viene effettuato un ciclo di terapia con Penicillina, la cui assunzione in gravidanza è senza effetti collaterali, non provoca danni al bambino ed è molto efficace.
Non riconosciuta la malattia può provocare aborti spontanei nei primi mesi. Inoltre, se la mamma non viene trattata in gravidanza sarà necessario trattare il neonato con una terapia antibiotica per dieci giorni.

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Streptococchi (GBS)

Cosa sono gli streptococchi?

Gli streptococchi (beta emolitici di gruppo B), Streptococcus agalactiae, sono batteri che vengono trasmessi tramite goccioline respiratorie o liquidi delle mucose.
Esistono diversi tipi di streptococchi che possono causare diverse malattie.
Nella maggior parte dei casi, un'infezione non causa alcun problema nelle persone sane. In alcuni casi, tuttavia, soprattutto nelle persone con difese immunitarie non del tutto sviluppate un'infezione da streptococchi può causare gravi problemi di salute e deve essere sottoposta a trattamento.
Gli streptococchi beta emolitici del gruppo B possono essere pericolosi per i neonati, in quanto possono causare infezioni come la setticemia neonatale.

Streptococchi in gravidanza: rischio di infezione per il bambino?

Se una donna incinta ha un'infezione vaginale da streptococco di gruppo B (GBS), il bambino può essere infettato prima o durante il parto.
In caso di infezione durante il parto, gli streptococchi vengono trasmessi al bambino attraverso il liquido amniotico o la vagina. I neonati prematuri e quelli con basso peso alla nascita sono quelli soggetti a maggior rischio. La rottura prematura delle membrane o la febbre della madre durante il travaglio possono aumentare il rischio di infezione.
Se il nascituro viene infettato quando è ancora nel grembo materno, l'infezione si manifesta di solito entro i primi sette giorni di vita del neonato, spesso subito dopo la nascita.
Nel caso in cui l'infezione avvenga direttamente alla nascita, i sintomi si manifestano di solito un po' più tardi, cioè nelle prime settimane di vita.
Nel peggiore dei casi, questo può portare ad una setticemia, meningite o polmonite nel neonato.
Fortunatamente, però, solo una piccola percentuale di bambini sviluppa un'infezione grave.

Trattamento degli streptococchi

Gli streptococchi beta emolitici di gruppo B in una donna incinta possono essere rilevati con un tampone vaginale e/o rettale. Un test effettuato verso la fine della gravidanza (tra la 36a e la 37a settimana di gravidanza) è utile per prevenire l'infezione durante il travaglio.
Il tampone vaginale è un’esame raccomandato dalle Linee Guida ma non esente dal ticket, quindi il costo è di 15 euro o fatto privatamente di circa 30 euro.
Nel caso in cui l’esito del tampone sia positivo alla madre viene diagnosticata un'infezione da streptococco di gruppo B al termine della gravidanza, il trattamento con antibiotici avverrà direttamente per endovena durante il parto. Il trattamento durante la gravidanza di solito non è utile, poiché l'agente patogeno rimane nell'organismo e il bambino può infettarsi durante il parto.
Se si è a conoscenza di un'infezione nella madre, il neonato verrà monitorato con particolare attenzione nel primo periodo dopo la nascita. Se il neonato sviluppa febbre o altri sintomi, il medico può decidere se è necessario di sottoporlo a un trattamento con antibiotici.

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Toxoplasmosi

Sintomi della toxoplasmosi

La toxoplasmosi è una malattia causata da parassiti. L'infezione avviene solitamente attraverso il contatto con i gatti o il consumo di carne cruda. In presenza di un sistema immunitario intatto, tuttavia, la trasmissione è quasi sempre innocua e di solito non ci se ne accorge nemmeno. Se non ci sono sintomi sono o sono solamente lievi, di solito non è necessario sottoporsi a un trattamento.

Nel caso in cui i sintomi diventino evidente, cioè simil-influenzali come mal di testa, mal di gola, febbre, dolori muscolari, stanchezza e ingrossamento dei linfonodi.

Toxoplasmosi in gravidanza: rischio di infezione per il bambino?

Una prima infezione da toxoplasmosi durante la gravidanza può provocare la trasmissione dell'agente patogeno al bambino, poiché la madre non ha ancora prodotto anticorpi. In questo caso, esiste il rischio di aborto spontaneo o di malattia del bambino.
In molti casi, una malattia del bambino è innocua. In alcuni casi, tuttavia, possono manifestarsi sintomi che devono essere trattati. Per esempio, il neonato può sviluppare ittero o ritenzione di liquidi nell'addome; in rari casi, possono verificarsi anche sintomi gravi come l'insufficienza cardiaca.
Se la madre viene infettata per la prima volta nelle prime fasi della gravidanza, il rischio di trasmissione al nascituro è minore. Con l'avanzare della gravidanza, la probabilità di trasmissione al bambino aumenta, ma allo stesso tempo la gravità della malattia diminuisce.

Trattamento della toxoplasmosi

I test per la toxoplasmosi sono inclusi nei normali esami esenti da ticket in gravidanza. Per chi pagasse privatamente, un esame del sangue per la toxoplasmosi costa tra i 17 e i 21 euro. L'esame del sangue può anche determinare se l'infezione è acuta o più vecchia.
Nel caso in cui alla madre viene diagnosticata un'infezione acuta da toxoplasmosi, verrà trattata con farmaci appropriati. Il ginecologo può monitorare la gravidanza più intensamente per assicurarsi che il bambino stia bene e per escludere eventuali complicazioni effettuando, per esempio, regolari esami ecografici.
Un bambino che è già stato infettato nel grembo materno può essere trattato con farmaci speciali subito dopo la nascita.
Per evitare di contrarre la toxoplasmosi durante la gravidanza, si raccomanda di non mangiare carne cruda, di lavare bene la frutta e la verdura cruda, di fare attenzione quando si ha contatto con i gatti e, in generale, di lavarsi bene le mani prima di mangiare, soprattutto dopo il giardinaggio o essere stata al parco giochi avendo avito contatto con la sabbia.

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Varicella

Che cos'è la varicella?

La varicella è causata da virus varicella zoster (VZV). La varicella è altamente contagiosa e si manifesta con una tipico esantema cutaneo su tutto il corpo. Possono comparire anche febbre, mal di testa e dolori agli arti.
La maggior parte delle persone viene infettata nell’infanzia e quindi ha da adulta un’immunità permanente.

Varicella in gravidanza: rischio di infezione per il bambino?

La maggior parte delle donne ha contratto per la prima volta la varicella durante l'infanzia e quindi non deve preoccuparsi di un’infezione durante la gravidanza. Nel caso in cui una donna non sia immune, si consiglia alle donne in gravidanza di evitare il più possibile il contatto con persone infette.
Di norma, il rischio di trasmissione al nascituro sussiste solo se la donna incinta viene infettata per la prima volta, e si manifesta con la tipici sintomi della "varicella".
Se una madre contrae la varicella per la prima volta durante la gravidanza, il bambino può essere infettato quando è ancora nel grembo materno. Il contagio può avvenire anche durante il travaglio.
Il momento iniziale dell'infezione è decisivo: un momento critico per il nascituro di contagiarsi è rappresentato dalle prime 24 settimane di gravidanza o intorno al momento del parto.
Entro le prime 24 settimane di gravidanza, il nascituro può infettarsi nel grembo materno. In rari casi, questo può portare a una grave progressione e a malformazioni della pelle, degli occhi e dello scheletro o a danni neurologici.
Anche una malattia poco prima o dopo la nascita del bambino deve essere monitorata attentamente, soprattutto nei neonati prematuri, perché nel peggiore dei casi può portare a infiammazioni cerebrali o polmoniti nel neonato, che possono essere pericolose per la vita. Tuttavia, il decorso della malattia è solitamente lieve nei neonati sani! I neonati sviluppano anche un'eruzione cutanea; non è necessario alcun trattamento, ma l'infezione viene tenuta sotto osservazione finché non si attenua da sola.

Trattamento della varicella

Un esame del sangue per verificare l'immunità alla varicella non è incluso nei normali controlli in gravidanza. Tuttavia, nel caso in cui il ginecologo riscontri durante l’anamnesi constati un rischio di infezione potrà raccomandare questa analisi sierologica. La cosa migliore è consultare il ginecologo o la ASL.
In caso di infezione, il medico di solito riconosce la varicella a prima vista grazie al tipico esantema cutanea.
La varicella viene solitamente trattata solo con creme o lozioni che alleviano il prurito attendendo che l'infezione si attenui da sola.
Se la madre deve essere entrata in contatto con soggetti infetti durante la gravidanza, si può ricorrere a farmaci antivirali o a sieroprofilassi con immunoglobuline. È meglio consultare il medico curante.
Un'infezione potrebbe contratta subito dopo la nascita è pericolosa per il neonato, questi verrà allora monitorato e sottoposto a un trattatamento con farmaci antivirali.

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Krankheiten in der Schwangerschaft

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Autori & Fonti

Autrice

Yvonne Onusseit
Pedagogista

Traduzione:
Maria Spandri

Revisione:

Team di medici

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