Tristezza e sensi di colpa? Dopo un’interruzione di gravidanza: mi sento solo triste…

Una donna che riflette

27978116 | Masson | shutterstock.com

Vuoto interiore e tristezza dopo un aborto – Supporto per te ❤️

  • Ci sono donne che, dopo un’interruzione di gravidanza, dichiarano di stare bene, anche se naturalmente non avrebbero mai desiderato trovarsi in questa situazione.
  • Allo stesso tempo, ci sono donne che, pur avendo preso una decisione consapevole, provano emozioni contrastanti e trovano l’esperienza emotivamente difficile da affrontare.
  • Ci sono poi donne che soffrono profondamente dopo un aborto o arrivano a pentirsene. Alcune parlano di sindrome post-aborto o di disturbo da stress post-traumatico.

Se ti senti così, nel nostro articolo troverai spunti di riflessione e supporto su come affrontare questo dolore e guarire le ferite ❤️

Non sei sola! Tutte le tue emozioni sono importanti e meritano di essere ascoltate. Siamo qui per te, pronti a offrirti supporto con empatia e affetto.

Nessuna storia è uguale all'altra

Hai avuto un’interruzione di gravidanza, da poco o da un po’ di tempo. Probabilmente si è trattato di una gravidanza non pianificata e ti sei trovata ad affrontare una situazione che, anche col passare del tempo, fatichi ancora a realizzare.

Molte donne ci hanno raccontato di essersi sentite "travolte da un vortice", di aver preso una decisione sotto pressione e in uno stato d’ansia. Alcune hanno riflettuto a lungo, altre hanno fatto una scelta che inizialmente sembrava chiara, ma che poi si è rivelata diversa da come la ricordavano. Spesso, però, si avverte il peso delle aspettative e delle pressioni del partner, degli amici o dei familiari, che possono aver influenzato la decisione. In molti casi, ciò che è mancato è stato un vero supporto, alternative concrete e una prospettiva chiara su come sarebbe potuta andare avanti la vita con un bambino.

Non poche donne raccontano di essersi sentite come fossero spettatrici di sé stesse al di „fuori di sè“, quasi senza riconoscersi nel processo decisionale. Alcune dicono di aver agito in modo automatico, come se fossero guidate da forze esterne, mentre altre ricordano di aver avuto già prima il timore di non riuscire a elaborare un aborto, ma di aver comunque preso questa decisione, andando in fondo contro il proprio cuore.

Può anche darsi che tu abbia riflettuto a lungo, valutato ogni aspetto e sentito che testa e cuore fossero allineati, ma che ora, dopo aver fatto questo passo, i sentimenti negativi e la tristezza ti abbiano colta di sorpresa.

„"Ho fatto un'interruzione di gravidanza esattamente un anno fa e da allora non riesco più a uscire da questo tunnel nero. Mi sento in combattimento continuo con me stessa, sono priva di energie, con improvvisi attacchi di panico e crisi di pianto, come se dovessi sempre indossare una maschera. A tutto questo si aggiungono anche sintomi somatici. Non mi riconosco più e ho completamente perso fiducia in me stessa".
RayofSunshine di Profemina in lingua tedesca
Continua a leggere nel forum…

„All’ultimo giorno della 12ª settimana ho interrotto la gravidanza. Sapevo già, mentre ero sulla sedia, che forse avrei dovuto alzarmi e andarmene. Ora sento la mancanza del nostro bambino e mi sento incredibilmente in colpa e a pezzi.“
Katalin* Il nome è stato modificato per proteggere l’identità della donna

Accettare e comprendere i propri sentimenti

Interrompere una gravidanza è senza dubbio una delle decisioni più difficili che una donna possa prendere. E anche se molte donne hanno vissuto un’esperienza simile, ciascuna situazione è unica, così come lo sono i tuoi sentimenti, le tue ragioni e il modo in cui ti senti adesso.

Provi una profonda tristezza, un senso di vuoto interiore o forse anche un senso di colpa?

Anche se razionalmente potresti continuare a pensare che, nelle circostanze in cui ti trovavi, abortire sia stata la scelta migliore, il tuo cuore sembra raccontare un’altra storia e ora sta vivendo il dolore della perdita.

Molte donne raccontano che, dopo l’interruzione di gravidanza, i motivi che prima sembravano razionali e importanti perdono improvvisamente di importanza. Forse senti la mancanza di quel bambino e vorresti aver seguito il tuo cuore. Avverti un vuoto interiore che desideri colmare e desideri che le cose fossero andate diversamente? Ti chiedi se ci sarebbe potuta essere un'altra soluzione? Potresti anche provare rabbia – verso la situazione in cui ti sei trovata, verso le persone che ti hanno messa sotto pressione o persino verso te stessa…

A volte, tristezza e senso di colpa si mescolano, rendendo difficile comprendere appieno i sentimenti che provi. Questo potrebbe anche portare alla depressione. Se senti di non riuscire a superare la tristezza da sola, non esitare a cercare aiuto. 🧡

Abortire è una scelta irreversibile e accettarla può essere molto difficile.

Qui di seguito abbiamo elencato 5 passi che possono aiutarti a trovare un percorso per affrontare questa esperienza.


1° Passo: dai spazio ai tuoi sentimenti

Il primo passo verso la guarigione è accettare te stessa per quella che sei. È importante non reprimere né giudicare le tue emozioni. Concediti il diritto di essere triste e prenditi tutto il tempo di cui hai bisogno.

Meriti di prenderti cura di te stessa. Ascolta i tuoi bisogni e cerca di concederti piccole pause rigeneranti durante la tua quotidianità.

Per esprimere e riconoscere i tuoi sentimenti, possono aiutarti piccoli gesti quotidiani, come tenere un diario o fare passeggiate nella natura. Concederti questi spazi ti aiuterà a ritrovare la forza necessaria per elaborare ciò che è successo.

Allo stesso modo, può essere positivo muoversi. L'attività fisica aiuta a non rimanere intrappolati nei pensieri e nelle emozioni o a non reprimerli.

  • Scrivere, dipingere, fare musica... Cosa potrebbe fare bene alla tua anima in questo momento?
  • Muoversi, fare sport, ballare... Quale attività ti appartiene di più e potrebbe aiutarti adesso?
  • E magari hai un luogo preferito in cui ti senti bene e dove ti piace stare?
Sentiment de vide et de tristesse après un avortement 1931454569 | Valentin Valkov | shutterstock.com

2° passo: metti ordine nei tuoi sentimenti

Può essere utile guardare più in profondità e chiederti: cosa, esattamente, ti fa sentire così appesantita e oppressa in questo momento? Riesci a esprimere in una frase qual è il nodo centrale di questa difficoltà? Cosa non ti dà pace?

Spesso, le emozioni all’inizio sono confuse e sfocate. Può capitare di sentirsi giù, ma senza sapere bene il perché e di continuare a rimuginare. Questo circolo di pensieri può farti sentire sempre più stanca.

Anche se può essere difficile, esplorare ciò che provi nel profondo può essere un passo importante per il tuo benessere. È il dolore per il fatto che tuo figlio non è più con te? Sono i sensi di colpa? O forse ti senti sola, perché nessuno è a conoscenza dell’aborto?

Vogliamo incoraggiarti a intraprendere questo percorso che forse è appena iniziato. Cerca un supporto affettuoso, una persona con cui parlare o, se la senti vicino a te, anche un padre spirituale.


3° Passo: elaborare il vissuto

Si tratta di un tema molto delicato che tocca molte donne nel profondo. Eppure, spesso si fa fatica a esprimere ciò che si è vissuto e come questa esperienza abbia lasciato un segno indelebile.

Forse anche tu hai in mente immagini precise di come sono andate le cose. Magari eri a casa e tutto si è svolto in bagno, e questo potrebbe averti fatto sentire sola o a disagio. Altre donne faticano a gestire le proprie emozioni perché il tempo trascorso in ospedale o in ambulatorio è sembrato impersonale, come un processo automatizzato. Anche se il personale è stato gentile, l'ambiente poteva apparire sterile, distante, quasi irreale e carico di tristezza.

È comprensibile voler dimenticare certi ricordi. Allo stesso tempo, però, potresti sentire il bisogno di affrontarli o di parlarne con qualcuno. Ascolta i tuoi bisogni e cerca di capire quale strada potrebbe aiutarti a stare meglio.


4° Passo: dare un addio dignitoso

Alcune donne, dopo aver assunto la pillola abortiva, hanno scelto di tenere il proprio bambino o, in caso di interruzione di gravidanza chirurgica, hanno potuto riportarlo a casa per una sepoltura. La possibilità di farlo dipende dalle normative locali, quindi è sempre bene chiedere informazioni al proprio medico.

Se questa opzione non è più disponibile, puoi comunque riflettere su un modo per congedarti dal tuo bambino in modo personalizzato.

Ti piacerebbe scrivergli una lettera? Dargli un nome? Hai ricevuto delle ecografie o hai dei ricordi o dei simboli che ti legano a lui/lei? Potresti, per esempio, disegnare qualcosa o creare un oggetto speciale: una piccola scatola dei ricordi, accendere una candela o dedicare un luogo in sua memoria.

Puoi anche informarti se nella tua città esiste un'area dedicata ai bambini non nati nel cimitero. In alcuni casi, questi spazi sono accessibili senza necessità di registrazione, permettendo di lasciare un oggetto simbolico o che simbolizza la persona in modo anonimo, se lo desideri.

Se desideri approfondire cosa accade ai bambini dopo un'interruzione di gravidanza, puoi farlo qui. Fa’ attenzione: queste informazioni potrebbero essere emotivamente difficili da elaborare.


5° passo: sperimentare una vera riconciliazione

Per ritrovare serenità e leggerezza nel tempo, è importante accettare ciò che è stato parte della tua vita e integrarlo nel tuo cammino. Reprimerlo o allontanarlo potrebbe farlo riemergere prima o poi, continuando a pesare su di te in modo latente.

Forse ti starai chiedendo: "Come ho fatto ad arrivare a questo punto?". Può essere doloroso, perché in fondo non avresti mai voluto prendere questa decisione che riguardava la vita e la morte, e ora ti senti toccata in modo profondo – o addirittura hai la sensazione di aver sbagliato. Oppure ti senti punita.

Se sei credente, potresti interrogarti su questioni di fede e di senso. Alcune donne sentono il desiderio di chiedere perdono per la loro scelta. Tutto questo è segno di quanto la tua scelta ti abbia toccata nel profondo.

Ti invitiamo a guardarti di nuovo con gli occhi dell’amore!

Oltre a uno sguardo sincero e forse anche al riconoscimento che questa decisione possa essere stata difficile, prova a guardare a te stessa con amore e tenerezza. L’amore comprende che, nella maggior parte dei casi, non c’era alcuna intenzione negativa, ma probabilmente solo un senso di smarrimento. E l’amore sa che, in fondo, forse non hai detto "no" a tuo figlio, ma a tutto ciò che avrebbe reso difficile accoglierlo e prenderti cura di lui. Le circostanze in cui ti trovavi erano probabilmente così complesse e cariche di preoccupazioni da farti sentire senza alternative. Forse ti senti anche come se non fossi stata davvero te stessa in quel momento, come se fossi stata confusa e sopraffatta dai pensieri e dalle emozioni.

L’amore è sincero, autentico e porta pace.

  • Con il tempo, riesci a guardarti con gli occhi dell’amore?
  • Immagina: se l’amore potesse parlarti, cosa ti direbbe?

Supporto & aiuto: non restare sola!

Vogliamo incoraggiarti ad affrontare ciò che hai vissuto e tutto quello che ancora ti attraversa dentro senza avere paura. Meriti di ricevere aiuto per trovare un modo sereno di affrontare la tua esperienza.

Potrebbe esserti utile confrontarti con altre persone in un gruppo di mutuo auto-aiuto, rivolgerti a uno psicologo o a un counselor. Forse conosci già qualcuno a cui potresti rivolgerti. In alternativa, puoi cercare online le risorse disponibili nella tua zona

Un valido supporto nell’affrontare il dolore e il senso di colpa può essere la logoterapia, una forma di psicoterapia sviluppata da Viktor E. Frankl. Anche solo leggere i suoi libri – o quelli della sua allieva Elisabeth Lukas – può offrire nuove prospettive e spunti di riflessione. Puoi cercare online dei logoterapeuti vicino a te.

💙 Non sei sola. C'è aiuto per te.

Questi potrebbero essere punti di riferimento per te, se senti che possono esserti d’aiuto. Alcuni hanno un background cristiano, ma sono aperti a tutti:

Di seguito affrontiamo tre situazioni particolari. Se ti riconosci in una di queste, puoi continuare a leggere qui:

  • Non è raro che le donne affrontino un’interruzione di gravidanza da sole, senza parlarne con nessuno del proprio ambiente.

    Forse anche tu non avevi nessuno con cui confidarti o non volevi farlo. Potresti aver avuto paura di essere giudicata o di non essere capita. Oppure avevi paura che, se qualcuno avesse saputo della gravidanza, avresti potuto incontrare difficoltà o addirittura trovarti in pericolo.

    Ora, provi un senso di solitudine e vuoto? Forse nel profondo desidereresti poter esprimere ciò che provi, o semplicemente ricevere comprensione e supporto.

    Parlare con qualcuno può essere un passo importante nel percorso di guarigione.

    • Potrebbe farti bene cercare un supporto psicologico esterno e neutrale?
    • Oppure c’è qualcuno nel tuo ambiente che senti leale e rispettoso, una persona affidabile che sarebbe felice di esserci per te?
  • Solo tu sai davvero quali pensieri e sentimenti ti hanno spinta a prendere questa decisione. Nessuno dovrebbe arrogarsi il diritto di giudicare. È già abbastanza difficile se lo fai da sola.

    A volte, però, capita che qualcuno dall’esterno dica: "Se hai scelto di interrompere la gravidanza, allora va bene così – perché dovresti soffrire?". Questa affermazione può ferire profondamente, perché ignora i complessi processi emotivi che stai attraversando.

    Spesso amici e familiari non comprendono ciò che stai attraversando, e questo può far soffrire molto. Hai il diritto di mettere dei limiti, se certe conversazioni o opinioni ti feriscono. Ma può essere altrettanto prezioso ricevere comprensione e sostegno.

    • Hai qualcuno che ti ascolta con empatia, senza giudicarti, semplicemente standoti accanto?
    • Ti viene in mente una persona con cui vorresti confidarti?
    • Esistono gruppi di auto-aiuto per donne che hanno vissuto esperienze simili e si sostengono a vicenda. Puoi trovare informazioni online o chiedere in un consultorio familiare o al comune.
  • È probabile che, in questo momento, il tuo partner non comprenda o non condivida i tuoi sentimenti. Questo può incidere molto in modo negativo sulla relazione.

    Per un uomo, è spesso difficile comprendere cosa significhi una gravidanza e un’interruzione di gravidanza per una donna. Tutto avviene nel suo corpo e lei lo vive in prima persona. Per questo motivo, anche l’anima viene toccata in modo profondo: corpo ed emozioni sono strettamente connessi. Per un uomo, invece, l’esperienza può risultare più astratta, perché gli manca il coinvolgimento fisico diretto. Inoltre, molti uomini non sono abituati a esprimere i propri sentimenti e potrebbero sentirsi sopraffatti. Oppure, più semplicemente, il tuo partner ha bisogno di tempo e per questo prende un pò le distanze.

    Forse si comporta in modo distaccato o poco sensibile perché non sa come gestire il tuo dolore. O forse teme che questa esperienza possa allontanarvi. In questi casi, può essere utile parlargli apertamente: esprimergli ciò che provi e di cosa hai bisogno. Ad esempio, potresti esprimergli il desiderio di affrontare insieme questo momento e il bisogno della sua vicinanza a causa del tuo dolore. Allo stesso tempo, va bene anche se senti di aver necessità di spazio per te stessa. Se hai bisogno di tempo per elaborare ciò che provi senza dover subito rientrare nella routine quotidiana, puoi parlarne con lui affinché comprenda meglio la tua necessità di prendere un pò le distanze.

    Forse, però, è stato proprio il tuo partner a non sentirsi pronto per un figlio in questo momento, ed è per questo che alla fine si ha preso la decisione di interrompere la gravidanza. È possibile che tu abbia preso questa decisione anche per lui, per il bene della relazione o per evitare di metterla a rischio. Eppure, ora non è diventato più semplice – anzi, forse per voi come coppia è ancora più difficile.

    In questa situazione, è importante comunicare con sincerità, ma anche con empatia, senza ignorare i propri bisogni.

    • Riesci a esprimere al tuo partner come ti senti? Lo sa davvero? Forse né lui né tu avevate immaginato quanto interrompere una gravidanza vi avrebbe toccati.
    • Hai la sensazione che voglia capirti? O è più concentrato sulle sue attività, lasciando poco spazio per condividere i sentimenti e ritrovare un punto d’incontro?
    • Se ti sembra che stiate allontanandovi a causa dei diversi modi di elaborare questa esperienza, potrebbe essere utile considerare una terapia di coppia. Potrebbe aiutarvi a comunicare meglio, elaborare insieme ciò che è successo e affrontare questo momento difficile. Potresti immaginare di proporlo anche a lui?
    • Quali sono i tuoi pensieri sulla vostra relazione? Cosa desideri per voi? Vuoi superare questo momento insieme o senti di aver bisogno di spazio e distanza?
    • Forse fai fatica a tornare alla vita di prima perché questa esperienza ha fatto emergere differenze profonde tra voi – magari riguardo ai valori o alla visione del futuro. Cosa vi ha sempre uniti come coppia? C’è qualcosa che potrebbe aiutarvi a riavvicinarvi e a capirvi meglio?

Prospettive per il futuro ⭐️

💙La guarigione è un processo che richiede tempo. Ti auguriamo di avere pazienza con te stessa e di imparare ad amarti. Anche se ora può sembrare difficile, puoi fare un passo alla volta ogni giorno. E quando sarà il momento, permettiti di ritrovare la speranza e guardare al futuro con rinnovata fiducia.

Ti auguriamo che un giorno tu possa fare pace con il tuo passato, anche se questa esperienza resterà sempre una parte della tua vita.

Ecco alcune riflessioni che potrebbero esserti utili:

  • Cosa ho scoperto su me stessa lungo questo percorso?
  • Quali valori sono diventati importanti per me?
  • Cosa ho imparato su me stessa?
  • Se mi trovassi di nuovo in questa situazione, cosa farei?
  • Cosa direi a un'altra donna che sta vivendo la stessa esperienza?
  • Potrei aiutare altre donne condividendo la mia storia?

Se lo desideri, puoi scriverci della tua esperienza. Potrebbe essere un sostegno prezioso per altre donne che stanno attraversando un momento simile.

Articoli correlati:

Autori & Fonti

Autrice

Verena Küpper,
laureata in Scienze Sociali e Umane

Traduzione:
Anna Spandri

Revisione:

Team di psicologi

Fonti

Questo articolo ti è stato d’aiuto?